Progetto Fori Roma

«Archeologia e città: dal Progetto Fori all’Appia Antica».
[red. | daiforiallappia.wordpress.com]

21 marzo 2014
ore 14.30-19.30
convegno
Archeologia e città: dal Progetto Fori all’Appia Antica
promosso dall’Associazione Bianchi Bandinelli
introduzione
Adriano La Regina
Il progetto Fori
interventi
Francesco Erbani
La storia recente
Giovanni Caudo
Idee e programmi del Comune di Roma
Rita Paris
Per la rinascita dell’Appia Antica
Anna Maria Bianchi
L’archeologia e i cittadini
discussione
conclusioni
Vezio De Lucia
Teatro dei Dioscuri
via Piacenza 1
Roma

Progetto Fori imagecredits daiforiallappia.wordpress.com
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dal com.stampa: «La più importante area archeologica del mondo, che si prolunga extra moenia nell’Appia Antica, è ridotta a uno spazio senza forma, faticoso e incomprensibile. Ricominciamo a rifletterci.
L’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli riprende il grande tema del rapporto fra l’archeologia e la città contemporanea, da troppo tempo trascurato. L’Appia Antica e l’area archeologica centrale sono i due complessi monumentali intorno ai quali è stata a mano a mano costruita una nuova idea per il futuro di Roma.
Il primo atto, a metà degli anni Sessanta del secolo scorso, fu il vincolo di tutela e di destinazione a parco pubblico posto dal nuovo piano regolatore sull’intero comprensorio dell’Appia Antica, cancellando la prevista costruzione di cinque milioni di metri cubi di nuova edilizia a cavallo della Regina viarum. Fu la straordinaria vittoria della decennale, durissima, intransigente campagna di stampa condotta da Antonio Cederna.
L’area archeologica centrale, vertice intra moenia dell’Appia Antica, è l’insieme del Foro romano e dei Fori di Traiano, di Nerva, di Augusto, di Cesare e di altri monumenti che formavano il “centro direzionale” dell’antica Roma. All’inizio degli anni Trenta, affinché da piazza Venezia si vedesse il Colosseo, Benito Mussolini fece radere al suolo gli antichi quartieri, le chiese e i monumenti costruiti nei secoli sopra i Fori e fece anche spianare la collina della Velia, uno dei colli di Roma. Sullo sventramento fu costruita la via dell’Impero (oggi dei Fori Imperiali) destinata a celebrare la continuità fra l’impero romano e quello fascista. La strada è servita invece a portare il traffico, l’inquinamento, il rumore dentro l’area archeologica più importante del mondo, provocando guasti e lesioni.
Questa situazione fu denunciata alla fine degli anni Settanta dal soprintendente Adriano La Regina che propose anche di eliminare la strada voluta da Mussolini, riprendendo un’idea di Leonardo Benevolo. Cominciò così a prendere corpo il Progetto Fori che prevedeva di ripristinare il tessuto archeologico sottostante la strada, e di non farne un recinto archeologico ma una parte vissuta della città moderna. Furono decisamente a favore i sindaci Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli, e con loro Antonio Cederna, Italo Insolera e tanti altri studiosi italiani e stranieri, ed esponenti della cultura e della politica. Favorevoli furono soprattutto i cittadini di Roma, che parteciparono in massa alle chiusure domenicali della via dei Fori Imperiali e alle visite guidate ai monumenti archeologici.
Ma nell’ottobre del 1981, con la morte di Luigi Petroselli, cominciò a morire anche il Progetto Fori. Da allora veli di cautela e di opportunismo, insieme a una dichiarata opposizione politica, hanno di fatto accantonato il Progetto. Sorprendentemente ripreso nei mesi scorsi dal sindaco Ignazio Marino, anche se finora nulla è stato fatto per la sua concreta realizzazione.
Riguardo all’Appia Antica, alla tutela integrale e alla destinazione a parco pubblico previste dal piano regolatore del 1965 non hanno fatto seguito le necessarie iniziative da parte del Comune. Si è lasciato spazio all’abusivismo, in parte legalizzato dalle leggi di condono. Invece di un grande parco archeologico è stato istituito un parco regionale per la protezione della natura, ma inadeguato alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico. Solo grazie all’impegno continuo e rigoroso della soprintendenza archeologica di Stato si è evitato il peggio».

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Archeologia e città Roma imagecredits bianchibandinelli.it