Università di Padova
dal com.stampa: «Dal 20 giugno, l’intero complesso monumentale del Bo, storica sede del’università di Padova, sarà aperto alle visite. Questa apertura straordinaria sarà concentrata nei fine settimana, ovvero tutti i sabati e le domeniche, dato che nel percorso di visita sono compresi uffici, aule e sale che nei giorni lavorativi continuano ad ospitare la consueta attività didattica e gestionale dell’Ateneo. Le visite saranno guidate e avranno una durata di circa un’ora.
Il percorso di visita avrà inizio dal rinascimentale Cortile Antico, capolavoro del Moroni, impreziosito da migliaia di stemmi di rettori, consiglieri e studenti. Reso omaggio all’effigie di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata al mondo, si salirà al Teatro Anatomico, uno dei tesori dell’Ateneo. Questo teatro ligneo (1595), voluto da Fabrici d’Acquapendente, è il primo al mondo ed è stato il modello per decine di altre strutture simili create per le osservazioni delle dissezioni anatomiche negli atenei di tutta Europa. Si passerà poi alla Sala dei Quaranta, celebre per le altrettante effigi di studenti stranieri dell’Ateneo che, tornati in patria, sono diventati personalità di primissimo piano. Doveroso, qui, l’omaggio alla Cattedra di Galileo Galilei, reliquia dei fondamentali anni padovani dello scienziato. Tappa successiva è la grandiosa Aula Magna, in origine sala da pranzo del grande albergo del Bo, acquisito alla fine del Quattrocento dall’Università, che, ricordiamo, risale al 1222 ed è stata la seconda fondata in Italia. È del 1856 la trasformazione di questo ambiente in Aula Magna e da allora qui è passata la storia: mitica la conferenza qui tenuta da Albert Einstein nel 1921. Dalla grande sala successiva, chiamata Basilica per la presenza delle colonne in cemento rivestito di stucco rosso, si entra nel Bo Novecentesco. Sede nel corso del Settecento del laboratorio di fisica, la sala venne trasformata da Gio Ponti in un luogo di memoria storica e di assoluto fascino visivo. Una occhiata, ma solo dalla porta spalancata, all’Archivio Antico ed in particolare alle librerie dove sono conservati i documenti: si tratta di quelli che, sino alla soppressione napoleonica, custodivano codici, incunaboli e cinquecentine nella biblioteca benedettina dell’Abbazia di Santa Giustina. Il percorso continua negli spazi del Rettorato, prima non aperti alle visite. Qui, sala dopo sala, si evidenzia il genio creativo di Gio Ponti: tutto è suo, dai disegni dei pavimenti marmorei, ai colori delle pareti, ai mobili, lampadari e ogni genere di arredo, posaceneri e maniglie comprese. E tutto questo complesso è stato conservato senza stravolgimenti, offrendoci oggi una testimonianza unitaria e perfetta di design italiano ai massimi livelli. Così nel Circolo dei Professori, con la Sala di Lettura, la Sala da Pranzo, la Sala del Caminetto e persino nella cucina. Ponti e il Rettore Carlo Anti chiamarono a lavorare al nuovo Bo artisti di fama, secondo un progetto perfettamente coerente. Nel percorso troviamo tra gli altri Gino Severini, Achille Funi, Ferruccio Ferrazzi, Pino Casarini, Arturo Martini, Carlo Scarpa, Filippo De Pisis, Paolo De Poli, Antonio Fasan. Seguendo il medesimo programma, altri artisti, come ad esempio Massimo Campigli, vennero impiegati ad affrescare altre sedi dell’Ateneo, sempre in questi anni di grande rinnovamento. Persino lo Studio del Rettore, anch’esso arredato da Gio Ponti, sarà offerto ad uno sguardo del visitatore. Ovviamente uno sguardo dalla porta, visto che l’accesso all’interno non è compatibile con la funzione del luogo. Non mancheranno di stupire la Sala di Giurisprudenza e la Sala di Medicina, sia per i loro decori (entrambi sono ambienti antichi “rivisitati” negli anni del rinnovo del Bo), sia per il contenuto. Destano curiosità, ad esempio, nella Sala di Medicina, sia il grande affresco di Achille Funi sia la lunga vetrina dove sono esposti i crani di docenti che hanno offerto il loro corpo per le dissezioni anatomiche. Dall’Atrio degli Eroi si potrà ammirare la Scala del Sapere, denominazione quanto mai appropriata, con il grande affresco di Gio Ponti e ai suoi piedi il Palinuro di Arturo Martini, per passare poi nel Cortile Nuovo progettato da Ettore Fagiuoli. Qui è necessario soffermarsi davanti al grande rilievo di Attilio Selva ma anche alla stele di Gio Pomodoro e alla installazione di Jannis Kounellis, testimonianze di una passione per l’arte che non si è affatto conclusa negli anni Trenta».
Palazzo del Bo Wikipedia ita
Teatro Anatomico palazzo Bo Padova imagecredits Kalibos CC PD
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Gio Ponti anticamera aula magna Bo Padova imagecredits unipd.it