Convegno a Santadi (CI)
11 ottobre 2015
ore 9-19
convegno
L’architettura e l’archeologia
organizzato dagli Ordini Architetti PPC di CA, CI e VS
interventi
Silvano Piras
Il recupero degli edifici del centro storico con i materiali della bioedilizia
Francesca Gallus
Valore e attualità dell’architettura storica
Paolo Rosa
Esecuzione dimostrativa di un intonaco d’argilla di filiera sarda
Ferdinando Bifulco
Studi e ricerche per la rappresentazione dell’architettura e del paesaggio
Francesca Vargiu
La tutela paesaggistica dei beni archeologici
Luciano Ottelli
Le miniere,la storia, gli uomini, le architetture
Luca Sarriu
L’architettura musealizzata e il racconto del paesaggio rurale
ore 15.30
Protostoria del Sulcis
Simona Ledda
La centralità misteri del sito
Carlo Torchiani
Il Fetch e il fenomeno del moto ondoso
Giorgio Saba
Alla ricerca delle rotte marittime di Eracle
Gerolamo Exana
Le navi nuragiche
immagine homepage
dalla locandina del convegno L’architettura e l’archeologia imagecredits ordinearchitetticagliari.it
aula Consiliare del Comune
Santadi (CI)
«Lo studio del rapporto tra ricerca archeologica, progetto architettonico e disegno del paesaggio si è sviluppato negli ultimi anni attraverso un intenso e proficuo dibattito scientifico interdisciplinare. In passato il sovrascrivere le tracce della storia con edifici di nuova costruzione era pratica comune, anzi la rifunzionalizzazione di alcune fabbriche ne ha permesso la sopravvivenza attraverso i secoli, generando un processo di sedimentazione della storia ancora leggibile come testimonianza della continuità nell’uso dei territori attraverso il tempo. Oggi la riflessione sul “riciclo dell’esistente” definisce un ampio campo di ricerca, teso a precisare come attraverso il riciclo si possano condizionare, o meglio indirizzare, quelle che sono le trasformazioni della città e del paesaggio contemporanei, incluso il patrimonio storico che di esso è parte essenziale. Un resto archeologico, in quanto emergenza, condiziona la morfologia urbana della città contemporanea, e quindi instaura, per contrasto, una frattura, che solo nel quadro di un programma cognitivo che investe professionalità diverse può ricomporsi e tradursi in progetto. Tale progetto deve essere funzionale alla restituzione di leggibilità e comprensione e al reinserimento delle tracce della storia nell’ambito della città o del paesaggio del presente. Il seminario affronta il ruolo ed i compiti del professionista che, nella fase di progetto o in quella di cantiere, è chiamato a relazionarsi con la presenza di beni archeologici: quali le opportunità e le scelte di riuso e di reinterpretazione. L’archeologia, così come si presenta oggigiorno, è da considerarsi come un’architettura del passato, progettata per uno scopo ben preciso: il trascorrere del tempo, le numerose stratificazioni, il disuso ed il conseguente abbandono ne hanno modificato l’aspetto ma non il contenuto».