29 marzo 2017
ore 18-19.30 – conferenza di Francesco Dal Co sull’Empire State Building
nell’ambito della seconda edizione del ciclo Le Storie dell’Architettura: «Dall’architettura all’urbanistica, quattro lezioni per quattro città: Tokyo, Milano, Londra e New York raccontate attraverso il contesto sociale, culturale, economico e politico».
Auditorium | MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo | via Guido Reni 4A | Roma
«“L’Empire State Building è costruito per resistere ai rigori dei secoli a venire. Quale sarà la sua durata in questo mondo che cambia nessuno può dirlo. Ora però siamo stupiti dalla meraviglia della sua nascita”. Con queste parole si concludono le Notes on Costruction of Empire State Building redatte dall’impresa Starret Brothers & Eken che costruì quello che, nell’immaginario collettivo, rimane il più grande grattacielo del mondo, costruito in 19 mesi. Completato nel pieno della Grande Depressione, nel 1933 soltanto un quarto dei suoi spazi risultavano occupati. Contro il parere degli esperti, che suggerivano di non spingersi oltre i 75 piani, la decisione della General Motors, fra gli azionisti di maggioranza, fu di innalzare un colosso di 85 piani, pensato per ospitare 25mila persone in 195mila metri quadrati di superfici sfruttabili. Una volta intuito il potenziale turistico dell’edificio, si decise di ultimarlo con una cuspide di circa 61 metri, che portò l’altezza totale del grattacielo a un totale di 381 metri».
suggerimento bibliografico Electaarchitettura
Carol Willis Empire State Building. 21 mesi per costruire il grattacielo più alto del mondo
«Una testimonianza unica che illustra i processi e le tecniche di costruzione dell’edificio già leggendario nel 1931, sia per le dimensioni sia per la velocità di realizzazione, tutt’oggi ineguagliata per opere di questa scala. Un’analisi della gestione di uno dei cantieri più complessi mai allestiti dall’uomo prima di allora, una preziosa miniera di dati, notizie tecniche, costi e materiali che traccia una radiografia di un’opera che infranse ogni record statistico. Una serie di rare fotografie d’epoca documenta il progredire del cantiere. Completano il volume due saggi. Nel primo Carol Willis esamina i rapporti tra il boom dei grattacieli, che cambiò il volto della metropoli americana dagli anni Venti, e il contesto economico e sociale di Manhattan. Nel secondo Donald Friedman analizza le innovazioni tecniche che resero questo edificio un’impresa straordinaria, destinata a segnare una tappa nella storia delle costruzioni».
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